NOMISMA: diminuisce il numero di famiglie che vive in casa di proprietà, aumenta la propensione per la locazione e l’investimento

“Le difficoltà di accesso al mercato dell’acquisto, per le fasce più colpite dalla crisi, ha determinato un passaggio della domanda verso la locazione”, si legge nel report presentato ieri da Nomisma con l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare.

Nel 2010, il 77,8% dei nuclei italiani viveva in case di proprietà, il 15,9% in affitto.
Oggi i proprietari si sono ridotti al 70,3%, a causa delle minori risorse per acquistare (9,2 milioni di famiglie non riescono ad accedere al mutuo, con uno stipendio che non supera i 1.200 Euro al mese) e della convenienza in termini di spese per tasse e manutenzione.
È bene tenere in considerazione, comunque, che per le nuove generazioni questa decisione si avvicina a un’idea di casa “come servizio in una logica di flessibilità dei progetti di vita”.

In prospettiva – per Nomisma – sono oltre 2 milioni i nuclei che esprimono l’intenzione di ricorrere alla locazione nei prossimi 12 mesi di cui 863.000 si stanno già muovendo (3,3% del totale delle famiglie), mentre una componente di circa 1,1 milioni (4,5%) dovrebbe attivarsi nei prossimi mesi.

Sono oltre 2,6 milioni – ovvero il 10,2% del totale delle famiglie (2,2 milioni nel 2017) – invece, le famiglie che manifestano ambizioni proprietarie, prevalentemente alimentate dal “desiderio di miglioramento della condizione abitativa attuale o dall’esigenza di emancipazione dal nucleo d’origine”.
Ben 722.000 sono quelle che si stanno già muovendo (2,8%), mentre circa 1,9 milioni esprimono un’intenzione di acquisto nel breve termine (7,4%).

L’80% delle compravendite, qualunque sia la finalità, viene effettuata tramite finanziamento.

Le motivazioni legate all’acquisto (e alla sostituzione) della “prima casa” interessano circa 1,7 milioni di famiglie (65,9% delle intenzioni), a fronte della stabilità dell’interesse all’acquisto di “seconde case per uso familiare”, che continuano a trovare un importante riconoscimento nel 18% delle famiglie che intendono acquistare casa (circa 476.000 nuclei).

Rispetto al passato la novità, per Nomisma, risiede nella ripresa della componente di investimento che – ad oggi – rappresenta il 15,4% delle manifestazioni d’interesse (6,1% nel 2017).
Per l’Istituto bolognese è questo un inequivocabile segnale di miglioramento del mercato immobiliare domestico.

Secondo lo studio, in Italia gli investitori lamentano il permanere di una serie di fattori disincentivanti, tra i quali il regime fiscale penalizzante ed in continuo cambiamento, il quadro normativo incerto, gli elevati rischi da locazione legati alla solvibilità dei conduttori, la difficoltà delle procedure urbanistiche e la carenza di società di gestione specializzate.

Migliorano, infine, le tempistiche di vendita.
Per un’abitazione usata occorrono 6,4 mesi (erano 8,5 nel 2013), mentre per la locazione bastano 3 mesi (4,2 nel 2013).
E si mantiene ancora sostenuto il livello medio degli sconti praticati rispetto alla domanda iniziale, pari al 14,3% per le case usate e al 15% per negozi e uffici.

Fonte: monitorimmobiliare.it – 11 luglio 2018